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I Maggiaioli di Montepiano

Canto, augurio e tradizione sull’Appennino

Ogni anno, la notte tra il 30 aprile e il 1° maggio, le strade di Montepiano si riempiono delle voci dei Maggiaioli, portatori di un rito antico che celebra l’arrivo della primavera. Con fisarmoniche, chitarre e lampade, piccoli gruppi di persone vanno di casa in casa intonando canti tradizionali, per salutare l’inizio del mese di maggio e augurare fortuna, salute e buon raccolto.

Cantare il Maggio non è solo una festa: è un gesto rituale, un canto augurale, una forma poetica contadina per onorare il tempo che torna a fiorire. Le parole, spesso improvvisate o adattate di anno in anno, parlano di natura, amore, fertilità, e di un mondo legato al ritmo delle stagioni.

Il canto è anche un patto di comunità: chi riceve i Maggiaioli dona in cambio cibo, vino o una piccola offerta, in un reciproco scambio di ospitalità e benedizione.

Ogni canto porta con sé un mondo fatto di memoria orale, poesia popolare e spiritualità rurale. Ancora oggi, grazie alla passione di chi continua questa pratica, Montepiano rinnova il suo legame profondo con la terra e con le proprie radici.