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La tradizione dei grilli di Montepiano

A Montepiano, tra i freschi prati appenninici e le sere d’estate punteggiate dal canto degli insetti, si tramandava una tradizione affascinante e poco conosciuta: la cattura dei grilli destinati alla celebre Festa del Grillo di Firenze.

Nei mesi primaverili ed estivi, donne e bambini della zona si dedicavano con cura e pazienza alla ricerca di questi piccoli cantori notturni. All’imbrunire, armati di pagliuzze, fili d’erba e grande attenzione, individuavano le tane nei prati e nei muretti a secco, riuscendo a stanare i grilli con metodi tramandati di generazione in generazione. Era un momento di lavoro, ma anche di gioco e connessione con la natura, profondamente radicato nella cultura locale.

Una volta catturati, i grilli venivano sistemati in piccole gabbiette artigianali, spesso realizzate in casa con materiali semplici: legnetti, filo di ferro, cartoncino, pezzetti di stoffa. Ogni famiglia aveva il proprio "stile", e spesso erano le donne a tramandare le tecniche per costruire gabbiette resistenti e decorative, capaci di ospitare l'insetto per alcuni giorni.

Il destino di questi grilli era quello di essere portati a Firenze, dove ogni anno, nel giorno dell'Ascensione, si celebrava una festa molto sentita: la Festa del Grillo. In quell’occasione, i fiorentini acquistavano i grilli vivi dentro le gabbiette come portafortuna, oppure come gesto simbolico d’amore. Si diceva infatti che regalare un grillo cantore a una ragazza fosse come offrirle un pegno d'affetto e libertà.

Montepiano, con la sua natura incontaminata, era uno dei luoghi privilegiati per la raccolta di grilli, tanto che molte famiglie si dedicavano a questa piccola attività stagionale, trovando così una fonte di reddito integrativa. Questa pratica contribuiva a legare il borgo montano con la città, in un filo invisibile fatto di tradizioni, ingegno e stagioni che si ripetono.

Oggi, sebbene la Festa del Grillo sia cambiata e la vendita di animali vivi sia stata vietata, il ricordo di quei giorni vive ancora nei racconti degli anziani e nei gesti tramandati: un esempio di come la cultura popolare sapesse intrecciare natura, lavoro e festa in modo poetico e sostenibile.